“Il teatro resiste come un divino anacronismo”
Orson Welles
CHESIL BEACH è infatti la prima volta che l’inglese si approccia al set cinematografico. In realtà Cooke ha alle spalle oltre vent’anni di esperienza nei palchi teatrali, con Se sentite per la prima volta il nome di Dominic Cooke, non è una casualità: con 50 produzioni di opere liriche, opere di prosa e musical. Nel 2007 ha vinto il prestigioso Laurence Olivier Award per la Miglior Regia de Il crogiuolo di Arthur Miller.
Ma sono tanti i registi che provengono dal teatro, eccone alcuni tra i più famosi:
MIKE NICHOLS
L’indimenticato regista de Il laureato e di Chi ha paura di Virginia Woolf? (ma tutti i suoi film sono altrettanto indimenticabili), prima del suo esordio nel cinema, ha iniziato la sua carriera artistica nei teatri di Broadway come attore con la compagnia formata insieme alla celebre Elaine Maine; alla sua prima prova di regia per A piedi nudi nel parco di Neil Simon, la sua vita è cambiata per sempre. “Da quel giorno” dichiarò “ha capito il mio destino”.
SAM MENDES
Prima che arrivasse Dominic Cooke, Mendes era il primo regista a cui Ian McEwan aveva pensato per l’adattamento del suo best seller CHESIL BEACH. Come Cooke, anche Mendes nasce come regista teatrale. A soli 24 anni ha diretto Judy Dench nella rappresentazione de Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov mentre nel 1994 è stato notato da Steven Spielberg per l’innovativa regia del musical Oliver! basato sull’Oliver Twist di Dickens. Adesso è noto per il cult American Beauty e soprattutto gli ultimi capitoli della saga di 007 con Daniel Craig,
ORSON WELLES
Il gigante del cinema per eccellenza, autore di capolavori che hanno fatto la storia della settima arte, prima di firmare alcuni tra i più adattamenti cinematografici di Shakespeare, ha cominciato come attore teatrale. Ma da subito ha capito che il suo posto doveva essere dietro le quinte: quando mise in scena il Vodoo MacBeth esclusivamente con attori afroamericani, firmò la sua prima rivoluzione che sconvolse il mondo culturale di allora. A 22 anni fondò il Mercury Theater, per cui allestì, tra le altre, una versione del Giulio Cesare di Shakespeare ambientata nell’Italia fascista.
STEPHEN DALDRY
Il regista di Billy Elliott iniziò addirittura a scuola a mettere su piccole commedie con i compagni di scuola, prima di scappare per unirsi al circo. Con la sua giovane compagnia, per approfondire le arti circensi arrivò anche in Italia, letteralmente, vestito da clown. Una volta tornato in Inghilterra, mise in scena An Inspector Calls diJ. B. Priestley per cui vinse anche un Tony Award. Da quel momento, Daldry fu ingaggiato come direttore artistico per numerosi palchi importanti, tra cui il Royal Court Theater. Date le sue origini prettamente teatrali, il successo di Billy Elliott lo sorprese particolarmente ma ancora oggi continua a lavorare su entrambi i fronti, con notevole successo: dopo essere stato nominato agli oscar per Billy Elliott, ha ricevuto altre due candidature anche per The Hours e The Reader.
MARIO MARTONE
Anche in Italia, abbiamo numerosi esempi di registi formatasi nei palchi di teatro e prestati successivamente al cinema, ma il più famoso è certamente Martone. Il suo primo spettacolo risale al 1976 mentre nel 1977 fonda il gruppo Nobili di Rosa, poi noto come Falso movimento, che nel 1986 si unì con il Teatro dei Mutamenti di Antonio Neiwiller e il Teatro Studio di Caserta di Toni Servillo. Cominciò a conquistare il favore della critica e gli applausi del pubblico con le rappresentazioni di Otello, Coltelli nel cuore di Brecht, Ritorno ad Alphaville da Godard, Filottete di Sofocle.
Nonostante l’enorme successo cinematografico di film come Noi credevamo e Il giovane favoloso, ancora oggi Martone continua a girare per i palchi d’Italia, non solo con drammi teatrali anche con la regia di opere liriche.